Gruppo di IMPIANTI INDUSTRIALI MECCANICI
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      PROGETTO SCS -  Supply Chain Sustainability: integrazione della forward e della reverse value chain

L’attività della ricerca in oggetto, avviata nel 2003 dal Prof. Lucio Zavanella, ricade nell’ambito dell’internazionalizzazione della ricerca ed è condotta con due partner tedeschi (Università “Otto Von Guerich” di Magdeburg ed Università di Mannheim) e due partner svedesi (Università di Linkoping ed Università di Lulea). La presenza di partner nord europei consente di riportare in Italia esperienze e casi di studio consolidati; inoltre, l’argomento trattato è di estrema attualità. Infatti, lo studio delle filiere logistiche e produttive (Supply Chain) ha visto un interesse crescente nell’ultimo decennio e si può ritenere che esso abbia ormai raggiunto un significativo livello di maturità. Tuttavia, solo recentemente è emerso l’approccio innovativo della “closed-loop supply chain”, il cui obiettivo è quello di allargare la visione delle filiere dal concetto prevalente di efficienza economica a quello di sistema sostenibile. Tale approccio implica l’analisi di catene di fornitura che non terminano con la consegna del prodotto finito all’ultimo anello della catena medesima, ma da lì ritorna alla fonte (ad esempio, per riportare gli imballaggi, gli eventuali resi ed i prodotti esausti), conseguendo nel contempo economie e rispetto dell'ambiente. Sotto il profilo normativo, il contesto maggiormente noto è sicuramente quello affrontato dalla Direttiva Europea 2002/96/CE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche - RAEE), mentre analoghe iniziative comunitarie sono attese per altri comparti. Alla luce di tali importanti evoluzioni, il progetto in corso sta conseguendo risultati su diverse linee di ricerca, quali:

  • lo studio della convenienza economica del riutilizzo, considerando anche l’opzione della rilavorazione, di componenti disassemblati (tecnica consolidata da alcune primarie case automobilistiche) rispetto a (o integrata con) la dismissione di taluni prodotti;

  • il coordinamento delle attività di produzione e dei flussi logistici dei prodotti, considerando esplicitamente i flussi di materiali in ritorno dal cliente/utilizzatore al produttore/distributore;

  • la modellazione del flusso di talune materie prime secondarie, divenute ormai particolarmente strategiche.

La ricerca presenta sia tratti applicativi (come lo studio delle best practice in ambito europeo e la valutazione dell’applicabilità delle stesse in aziende partecipanti al progetto) che tratti marcatamente scientifici (modellazione e validazione). Inoltre, particolare attenzione è stata dedicata allo studio delle scorte nel settore metallurgico secondario che, con il proprio importante flusso di materia prima secondaria, rappresenta uno dei casi più interessanti di logistica inversa.

Per approfondimenti: http://giano.ing.unibs.it/SCS

 

PROGETTO EI2 – Efficienza energetica degli Impianti Industriali

Il presente progetto è stato avviato nel 2006 dal Prof. Lucio Zavanella e ha come obiettivo la definizione di un protocollo per l’implementazione di Audit Energetici presso aziende, società di servizi ed enti pubblici. Questo strumento dovrà essere molto flessibile per adattarsi sia a grandi realtà industriali che alle piccole e medie imprese che caratterizzano il tessuto produttivo italiano.

Un Audit Energetico si basa su:

  • analisi approfondita della situazione esistente attraverso una raccolta dati tramite check list e sopralluoghi;

  • i dati raccolti vengono poi elaborati e, per ciascuna potenziale area di intervento, vengono definiti degli indici di performance che permettono di confrontare la situazione esistente con le migliori alternative presenti sul mercato e con altre realtà di riferimento

  • valutazione tecnico-finanziaria degli interventi migliorativi individuati con dettaglio dei risparmi conseguibili e dei tempi di ritorno degli investimenti.

Per implementare Audit Energetici che apportino una concreta e rilevante razionalizzazione dei consumi energetici delle imprese è necessario un continuo aggiornamento sulle best available technologies (BAT) disponibili sul mercato per le diverse aree di intervento: motori e azionamenti elettrici, pompaggio, ventilazione e aspirazione, aria compressa, rifasamento dei carichi elettrici, telecontrollo (gestione efficiente dei carichi elettrici), cogenerazione e microgenerazione, recupero di calore nei processi industriali, illuminazione interna, illuminazione esterna, apparecchiature elettroniche, gruppi di continuità (UPS) e gruppi elettrogeni, riscaldamento e condizionamento ambientale e applicazione di fonti rinnovabili.

Per approfondimenti: http://giano.ing.unibs.it/audit

 

Centro di Ricerca sul Service Management – ASAP Service Management Forum

Il Centro di Ricerca sul Service Management, diretto dal Prof. Marco Perona e presieduto dal Prof. Rodolfo Faglia, si occupa della gestione strategica dei servizi, associati riconducibile alla progettazione, produzione, vendita ed utilizzo di beni durevoli sia per il consumo, sia di tipo industriale e professionale, con riferimento soprattutto (ma non esclusivamente) alle attività svolte dopo la vendita. Sono attività caratteristiche del Centro: la realizzazione di progetti di ricerca sia di base, sia applicati; l’organizzazione ed erogazione di attività seminariali e convegnistiche; l’organizzazione ed erogazione di attività di formazione sia frontali sia sul campo; la stesura e diffusione di rapporti di ricerca e pubblicazioni tecnico-scientifiche; la promozione di scambi scientifici, tecnici e culturali con istituzioni, enti.

Il Centro collabora strettamente con il CSMT - Centro Servizi Multisettoriale e Tecnologico di Brescia, entro il quale vengono svolte attività di trasferimento, e partecipa all’iniziativa ASAP Service Management Forum (realizzata in collaborazione con gruppi di ricerca dell’Università di Bergamo, Università di Firenze, Università Bocconi e Politecnico di Milano) che coinvolge una community di oltre 50 aziende dei settori: apparecchio domestico e professionale, elettronica di consumo, sistemi digitali, automotive, beni strumentali.

Le attività di ricerca in corso riguardano:

  • Scelte di configurazione della supply chain nel servizio post-vendita per i beni di consumo durevole

  • Misura delle prestazioni nel servizio post-vendita dei beni di consumo durevole

  • Gestione dell’assistenza tecnica: governante, selezione, sviluppo e formazione della rete di assistenza tecnica in outsourcing

  • Logistica del ricambio. Previsione della domanda e inventory management

  • Costi di prodotto e di servizio. L'approccio del total cost of ownership per il cliente

  • Analisi dei processi organizzativi e delle prestazioni delle imprese artigiane dei servizi di assistenza tecnica

  • Strategie di servizio e ruolo del customer care: canali, configurazione, organizzazione, misura delle prestazioni

Alcune iniziative recenti del Centro (per approfondimenti: www.progettoasap.org):

 

      Attività di Ricerca sull’innovazione a base informativa dei processi logistico-produttivi

Vengono svolte attività di ricerca di base e applicata sui temi legati all’analisi funzionale, sviluppo e utilizzo dei sistemi informativi a supporto dei processi logistico-produttivi.

Le attività di ricerca in corso riguardano:

  • Modelli di valutazione dei costi e dei benefici legati agli investimenti ICT

  • Chech-up del Sistema Informativo Gestionale

  • Software & Vendor selection

  • Analisi dei processi logistico-produttivi della filiera della lavorazione del metallo

  • Modelli di stima delle ricadute di efficacia ed efficienza ottenibili attraverso l’innovazione a base informativa dei processi chiave nel settore della trasformazione dei metalli

L’attività, coordinata dal prof. Marco Perona, viene svolta in collaborazione con le community INF-OS (per approfondimenti: www.inf-os.it ) e IT-METAL sviluppate dal CSMT Centro Servizi Multisettoriale e Tecnologico di Brescia, e con il gruppo di ricerca dell’Università di Bergamo coordinato dal Prof. Cavalieri, oltre che con il patrocinio dell’Associazione Industriale Bresciana.

Di conseguenza, oltre a progetti di ricerca sia di base, sia applicati; vengono realizzate attività seminariali e convegnistiche; attività di formazione e trasferimento di competenze; stesura di rapporti di ricerca e pubblicazioni tecnico-scientifiche; la promozione di scambi scientifici, tecnici e culturali con istituzioni, ed enti.

 

La logistica degli operatori aeroportuali

L’attività di ricerca, iniziata nel 2005, si sviluppa nell’ambito di un progetto finalizzato all’analisi delle imprese di gestione aeroportuale, alla definizione del loro funzionamento, delle relazioni che intessono con gli altri operatori della filiera e con il contesto socio-economico e territoriale in cui si collocano.

Il progetto ha assunto un approccio multidisciplinare coinvolgendo esperti con competenze diversificate anche in virtù del fatto che il successo di un gestore aeroportuale si fonda necessariamente sul coinvolgimento di operatori differenziati, ciascuno in grado di apportare il proprio specifico contributo e di integrarsi e coordinarsi con gli altri attori coinvolti in una filiera logistico-produttiva particolare, ma di interesse per la ricerca.

L’attività si è fino ad ora focalizzata sull’analisi del trasporto aereo delle merci ed in particolare sugli aspetti maggiormente significativi della logistica aeroportuale. L’obiettivo di tale analisi è stato quello di delineare gli elementi caratteristici della logistica aeroportuale evidenziando le principali criticità e difficoltà connesse alla corretta e soprattutto celere gestione delle attività di imballaggio, movimentazione e trasporto delle merci al fine di non compromettere le peculiari prestazioni del trasporto aereo che rendono tale modalità preferibile anche a fronte di un potenziale, ma non sempre necessario, aggravio di costi.

La ricerca ha inoltre come obiettivo quello di sondare da un lato la possibile applicazione, in ambito aeroportuale, di soluzioni innovative come l’impiego della tecnologia RFid, dall’altro, le relazioni che il tessuto imprenditoriale bresciano ha con tale modalità di trasporto, cercando di cogliere le motivazioni che spingono alcune aziende ad avvalersi in modo sistematico della spedizione per via aerea delle proprie merci e che, per contro, rendono scettici e poco propensi al suo utilizzo altri settori imprenditoriali.

Fra le evidenze finora emerse vi è la convinzione, molto diffusa, che il trasporto aereo risulti economicamente poco competitivo rispetto ad altre modalità di trasporto. Traendo spunto da tale evidenza, la ricerca si svilupperà nella definizione di un modello di valutazione dei costi totali di trasporto, finalizzato a delineare i contesti di riferimento in cui il trasporto aereo risulti, contrariamente a quanto ipotizzabile a priori, competitivo, anche dal punto di vista economico, rispetto alla principale alternativa costituita, nell’ambito del trasporto internazionale e quindi sulle grandi distanze, dal trasporto navale.

 

La valutazione ergonomica dei prodotti industriali

L’approccio ergonomico alla progettazione ed alla valutazione dei prodotti sta riscuotendo un’attenzione che cresce, seppur lentamente e non senza difficoltà, presumibilmente anche in virtù dei vantaggi competitivi che è in grado di apportare. Se è infatti vero che estetica, utilità, funzionalità, usabilità, affidabilità, innovazione, piacevolezza e soddisfazione d’uso giocano un ruolo fondamentale nel determinare le scelte degli acquirenti di prodotti industriali, diverse di queste caratteristiche sono influenzate o del tutto determinate dal grado di considerazione che il “fattore umano” ha ricevuto nel processo di progettazione. Alla luce di tali considerazioni si ritiene che la capacità di realizzare prodotti ergonomici conferisca alle imprese un elevato differenziale competitivo rispetto alla concorrenza, sia nel caso della produzione di beni di consumo, che di beni con funzione strumentale.

Il gruppo di ricerca, pur ritenendo assodato che il livello di soddisfazione dei requisiti ergonomici da parte di un prodotto consiste essenzialmente in un suo migliore adattamento alle caratteristiche, alle capacità ed alle aspettative di un generico utilizzatore, ha ritenuto opportuno operare al fine di analizzare e sviluppare metodi e criteri che permettano di incrementare l’ergonomicità dei prodotti industriali, che siano di supporto alla valutazione ed alla progettazione dei prodotti stessi e che garantiscano l’applicazione sistematica dei principi e delle conoscenze dell’ergonomia in particolare nelle fasi di accertamento delle esigenze, concezione e dimensionamento, prototipazione, verifica complessiva e rilascio del prodotto.

In tale ambito, l’attività di ricerca si focalizza sulla messa a punto di strumenti metodologici di progettazione e miglioramento ergonomico dei prodotti che miri, da un lato, alla chiara distinzione del ruolo e delle finalità dell’approccio ergonomico rispetto a quello progettuale generale ed a quello che ha come obiettivo la generica “friendliness” del prodotto e, dall’altra, alla valorizzazione della “centralità” dell’utilizzatore. Quest’ultimo passaggio risulta complesso, in quanto complesso è l’uomo e complessi sono i processi cognitivi che regolano l’interazione fra uomo ed oggetti ed attrezzature, e fortemente bisognoso sia di competenze diverse sul piano teorico che di un’adeguata pratica sperimentale e di laboratorio che metta direttamente a confronto il team di progettazione dei prodotti e del loro ciclo di vita con gli effettivi utilizzatori dei prodotti stessi.

A supporto di quest’ultima attività è stato elaborato uno strumento operativo che guida il valutatore nello svolgimento di analisi e valutazioni ergonomiche di un prodotto e che costituisce uno strumento di orientamento del progettista sugli aspetti ergonomici rilevanti per realizzare prodotti funzionali, sicuri ed usabili.

 

Sviluppo di un modello di supporto ai processi di ERP selection

Un ERP è un pacchetto di applicazioni software progettato per automatizzare ed integrare i processi di business di un’azienda lungo l’intera supply-chain e per fornire accesso immediato a tutte le informazioni aziendali. I sistemi di tipo ERP sono, secondo recenti indagini, l’investimento IT a cui i manager assegnano massima priorità e verso cui manifestano la maggiore intenzione di acquisto.

L’implementazione in azienda di un sistema ERP, oltre ad essere un investimento oneroso sia in termini di tempi che di costi, rappresenta anche un’importante sfida strategica in quanto vincola l’azienda ad un certo grado di adattamento agli standard di gestione dei processi proposti dalle soluzioni presenti sul mercato. La necessità di riorganizzazione dei processi conseguente all’implementazione può, quindi, rappresentare un’opportunità di miglioramento per l’azienda ma, se mal gestita, può fortemente minare i benefici ottenibili dall’investimento, causando il fallimento dell’iniziativa.

Una delle fasi più critiche per il successo di un’implementazione di un sistema ERP è sicuramente la fase iniziale di software selection, in quanto, nella maggior parte dei casi, si svolge in modo poco strutturato e formalizzato e spesso guidato dalle proposte dei singoli vendor più che da richieste precise e specifiche formulate dall’azienda acquirente.

L’obiettivo della ricerca è di sviluppare un modello che possa supportare e guidare le aziende nel processo di scelta dell’ERP e del VAR più idonei alle proprie esigenze.

La procedura si articola in più fasi caratterizzate da figure da coinvolgere e da obiettivi intermedi da perseguire.

Vengono inoltre proposti, a supporto alle diverse fasi, strumenti operativi che integrano diverse tecniche di supporto alle decisioni, tra cui Gap Analysis ed AHP (Analytic Hierarchy Process).

 

I sistemi di misura delle performance aziendali nelle PMI manifatturiere

Un sistema di misura delle prestazioni è costituito da un insieme bilanciato di indicatori utilizzati per la valutazione quantitativa della performance complessiva di un’organizzazione. Oltre ad un opportuno insieme di metriche, un altro elemento indispensabile per l’implementazione di un sistema di misura efficace è la presenza di un’infrastruttura di supporto che consenta di acquisire, rielaborare e divulgare dati ed informazioni.

Negli ultimi anni sono stati proposti sia framework teorici che soluzioni software allo scopo di guidare le imprese nella definizione e nell’implementazione di sistemi di misura che siano rispondenti alle necessità aziendali e che quindi possano diventare leve per l’acquisizione di vantaggi competitivi.

Tali strumenti sono stati però finora progettati per rivolgersi ad aziende per lo più di grandi dimensioni e hanno trascurato il potenziale di sviluppo e di diffusione nell’ambito delle piccole e medie imprese che costituiscono la parte preponderante del tessuto industriale, soprattutto a livello europeo.

L’obiettivo della ricerca è di analizzare le caratteristiche dei framework presenti in letteratura ed indagare le attuali modalità di monitoraggio delle performance nella pratica aziendale al fine di sviluppare nuovi modelli e soluzioni per la misura delle prestazioni aziendali, specificamente progettati per soddisfare le esigenze delle PMI del settore manifatturiero.

La ricerca si articola nelle seguenti fasi:

  • Indagine sulla diffusione e sulle caratteristiche dei sistemi di misura delle performance aziendali nelle PMI manifatturiere.

  • Caratterizzazione delle PMI dal punto di vista della pratica manageriale e della gestione delle informazioni.

  • Individuazione dei requisiti funzionali di un modello per la misura delle prestazioni di aziende di piccole e medie dimensioni.

  • Analisi della copertura dei requisiti funzionali da parte dei modelli e dei software esistenti.

  • Sviluppo del nuovo modello teorico e dello strumento software.

  • Validazione del modello e dello strumento

Innovazione tecnologica e sicurezza sul lavoro

Questa ricerca, in fase di avvio, nasce dalla constatazione della stringente necessità di migliorare il livello della sicurezza nei luoghi di lavoro e negli impianti di produzione cogliendo in particolare, nel nuovo contesto di forte modificazione nella composizione della manodopera e nell'organizzazione del lavoro, le nuove opportunità offerte dalla evoluzione tecnologica.

Fare sicurezza vuol dire operare mediante interventi di tipo tecnico e tecnologico, di tipo organizzativo e di tipo informativo e formativo. Con riferimento a tutte e tre le modalità di intervento si è convinti che l'innovazione tecnologica realizzatasi ed in atto, sia per quanto concerne la sfera dell'ICT, sia per quanto attiene alle tecnologie dell'automazione industriale e del controllo, possa avere un ruolo determinante nell'aumentare i livelli di sicurezza, nell'infrangere alcune rigidità che ostacolano il miglioramento delle condizioni di lavoro, nel contrastare i nuovi rischi in un qualche modo connessi al contesto della mondializzazione.

In particolare, questa ricerca si propone come obiettivi generali, sempre in collaborazione con i necessari partner scientifici ed industriali:

  • di effettuare una rassegna critica, per quanto possibile esaustiva, delle possibilità offerte da tecnologie dei diversi generi, rassegna che, al momento, non pare esistere con adeguato livello di completezza e dettaglio;

  • di analizzare la concreta applicabilità ed efficacia di soluzioni tecnologiche innovative ai fini del controllo preventivo del rischio, mediante sia attività di laboratorio che sul campo, in collaborazione con aziende industriali;

  • di studiare e mettere a punto soluzioni tecnico-organizzative innovative, efficaci e compatibili con lo svolgimento delle attività produttive aziendali, sempre in collaborazione con aziende a ciò interessate;

  • di concepire prodotti e sistemi tecnologici di immediata spendibilità ai fini del controllo del rischio lavorativo ed impiantistico basati sulle possibilità offerte dalle nuove tecnologie prese in esame.

Dal punto di vista operativo, le prime fasi dell’attività prevedono di definire, sperimentare e valutare una linea guida operativa oltre che un prototipo di sistema di videoripresa applicato in un caso reale per migliorare le condizioni di sicurezza all’interno di aziende produttive caratterizzate da livelli di rischio di incidente ed infortunio potenzialmente elevati.

I primi risultati attesi dal caso di studio condotto sono:

  • la definizione di linee guida per la selezione, l'installazione e l'organizzazione di sistemi di videoripresa permanente degli ambienti di lavoro e degli impianti industriali;

  • l’attivazione di un monitoraggio contemporaneo in real-time di tutti gli impianti ed i reparti produttivi ritenuti significativi dal punto di vista della salute e della sicurezza dei lavoratori, permettendo interventi immediati in caso di malfunzionamento e/o di pericolo;

  • una facilitazione delle analisi delle cause di incidenti, infortuni o quasi-infortuni e quindi dell’individuazione e dell’adozione dei provvedimenti necessari a minimizzare la probabilità che si ripetano;

  • una verifica ed una valutazione delle procedure operative attuate e delle prassi aziendali;

  • l’integrazione delle conoscenze e delle esperienze acquisite sul campo dai lavoratori al fine di ottenere, oltre che migliori condizioni di lavoro dal punto di vista della salute e della sicurezza, maggiore coinvolgimento e motivazione;

  • un supporto per gli interventi formativi rivolti ai diversi livelli aziendali, anche mediante la visione critica dei filmati ed il confronto tra le modalità di conduzione delle attività ed i comportamenti gli impianti attesi e quelli effettivi.

Aspetti e fattori organizzativi nella gestione della sicurezza sul lavoro

La ricerca si svolge nell’ambito di un progetto che coinvolge Regione Lombardia, E.L.B.A. - Ente Lombardo Bilaterale dell’Artigianato, C.S.M.T. Gestione S.c.a.r.l. e che prevede l’esame ed il miglioramento della sicurezza sul lavoro nelle aziende del comparto artigiano e nelle piccole e medie imprese. Tale ricerca rappresenta una continuazione di studi svolti negli anni passati dal gruppo di ricerca in collaborazione con l’Azienda Sanitaria Locale della provincia di Brescia e ne riprende approccio metodologico e risultati scientifici.

Lo scopo della ricerca è l’analisi della “propensione alla sicurezza” delle aziende, caratteristica in cui trovano sintesi la volontà e la capacità di perseguire e migliorare le condizioni di sicurezza per i lavoratori, attraverso l’ideazione di uno strumento di sommaria indagine e di monitoraggio. Lo schema di riferimento, che dà robustezza concettuale ed applicativa allo strumento concepito, è quello del “sistema di gestione per la sicurezza” e l’aspetto ritenuto prioritario nella propensione alla sicurezza è l’esistenza di una struttura organizzativa minima per la sicurezza. Lo strumento di indagine e monitoraggio ideato e realizzato è costituito dai seguenti due elementi:

  • un questionario per condurre interviste al datore di lavoro e ad uno o più lavoratori di un’azienda, registrando le informazioni riguardanti gli aspetti più rilevanti della sicurezza,

  • una griglia interpretativa per ricondurre le evidenze emerse dalle interviste agli elementi costitutivi propri di un sistema di gestione della sicurezza, così da fotografare il livello di propensione alla sicurezza e poterlo monitorare nel tempo.

L’utilizzo dello strumento, che è in fase di validazione grazie ad una campagna sperimentale, permette inoltre di accertare il livello di consapevolezza che l’azienda ha delle proprie prestazioni in materia di sicurezza (principalmente in termini di informazione, formazione e partecipazione), mediante la valutazione di criticità ed aspetti ritenuti particolarmente significativi. Consente infine di valutare, in base ad elementi oggettivi e strutturali, l’eventuale necessità di approfondire l’esame della sicurezza dell’azienda e di operare di conseguenza.

Si evidenzia che lo strumento predisposto è stato appositamente calibrato sulle peculiarità del comparto artigiano che risulta particolarmente disomogeneo e caratterizzato dalla frequente e significativa presenza di:

  • piccole e piccolissime aziende, spesso a conduzione familiare, fortemente diversificate per attività svolte,

  • lavoratori con contratto di lavoro “atipico” e/o stranieri, anche con basso livello di scolarizzazione,

  • contratti di appalto e subappalto, con la conseguente coesistenza nello stesso ambiente di lavoro di più imprese durante lo svolgimento delle attività lavorative.

 

I sistemi di gestione ambientale nelle PMI bresciane: linee guida di implementazione e registrazione ambientale EMAS di distretto

La ricerca si svolge nell’ambito di progetti che coinvolgono realtà significative del territorio della provincia di Brescia ed è stata avviata alcuni anni fa, primariamente in collaborazione con l’Associazione Industriale Bresciana sulla base di un finanziamento della Camera di commercio di Brescia, con lo scopo di analizzare e portare a soluzione le problematiche di gestione ambientale di piccole e medie imprese del territorio bresciano.

In un recente documento dell’Unione Europea si afferma che: “I processi di produzione industriale rappresentano ancora una parte considerevole dell’inquinamento complessivo in Europa. Inoltre, è molto più facile cambiare i modelli di produzione di circa venti mila aziende che cambiare il tipo di consumo di centinaia di milioni di cittadini nell’Unione Europea.”

Una delle più promettenti soluzioni prospettate per il controllo degli aspetti ambientali tipici delle aziende industriali si basa sulla implementazione di una struttura organizzativa, il sistema di gestione ambientale, che ha la funzione di gestire, mediante le opportune risorse organizzate, gli aspetti ambientali rilevanti per l’impresa togliendoli dalla dimensione “contingente” e “di emergenza” che spesso assumono ma facendoli diventare parte integrante della gestione d’impresa complessiva.

Una scelta di questo genere da parte dell’azienda può essere facilitata:

  • mediante lo studio di metodi, procedure e strategie particolarmente adattate al contesto della PMI e che rendano più semplice la strutturazione del sistema di gestione ambientale grazie ad una analisi sperimentale dei processi di implementazione in un campione significativo di PMI industriali ed alla individuazione e risoluzione in termini generali dei problemi più critici;

  • mediante la realizzazione di registrazioni ambientali EMAS di distretto industriale: si tratta di iniziative sostenute e condotte principalmente da istituzioni ed enti pubblici, che aiutano le imprese medie e piccole di un distretto industriale definito a raggiungere l’obiettivo della registrazione EMAS potendo godere di alcune agevolazioni derivanti dalla condivisione tra tutte le imprese del distretto aderenti all’iniziativa di alcuni oneri legati all’implementazione del sistema di gestione ambientale.

La ricerca ha sviluppato e sta sviluppando un insieme ampio di studi a supporto di queste attività che hanno portato anche alla redazione di linee guida per l’implementazione facilitata, da parte delle PMI, di sistemi di gestione ambientale.