PROGETTO SCS - Supply Chain Sustainability:
integrazione della forward e della reverse value chain
L’attività della ricerca
in oggetto, avviata nel 2003 dal Prof. Lucio Zavanella,
ricade nell’ambito dell’internazionalizzazione della
ricerca ed è condotta con due partner tedeschi
(Università “Otto Von Guerich” di Magdeburg ed
Università di Mannheim) e due partner svedesi
(Università di Linkoping ed Università di Lulea). La
presenza di partner nord europei consente di riportare
in Italia esperienze e casi di studio consolidati;
inoltre, l’argomento trattato è di estrema attualità.
Infatti, lo studio delle filiere logistiche e produttive
(Supply Chain) ha visto un interesse crescente
nell’ultimo decennio e si può ritenere che esso abbia
ormai raggiunto un significativo livello di maturità.
Tuttavia, solo recentemente è emerso l’approccio
innovativo della “closed-loop supply chain”, il cui
obiettivo è quello di allargare la visione delle filiere
dal concetto prevalente di efficienza economica a quello
di sistema sostenibile. Tale approccio implica l’analisi
di catene di fornitura che non terminano con la consegna
del prodotto finito all’ultimo anello della catena
medesima, ma da lì ritorna alla fonte (ad esempio, per
riportare gli imballaggi, gli eventuali resi ed i
prodotti esausti), conseguendo nel contempo economie e
rispetto dell'ambiente. Sotto il profilo normativo, il
contesto maggiormente noto è sicuramente quello
affrontato dalla Direttiva Europea 2002/96/CE (Rifiuti
da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche - RAEE),
mentre analoghe iniziative comunitarie sono attese per
altri comparti. Alla luce di tali importanti evoluzioni,
il progetto in corso sta conseguendo risultati su
diverse linee di ricerca, quali:
-
lo studio della
convenienza economica del riutilizzo, considerando
anche l’opzione della rilavorazione, di componenti
disassemblati (tecnica consolidata da alcune
primarie case automobilistiche) rispetto a (o
integrata con) la dismissione di taluni prodotti;
-
il coordinamento delle
attività di produzione e dei flussi logistici dei
prodotti, considerando esplicitamente i flussi di
materiali in ritorno dal cliente/utilizzatore al
produttore/distributore;
-
la modellazione del
flusso di talune materie prime secondarie, divenute
ormai particolarmente strategiche.
La ricerca presenta sia
tratti applicativi (come lo studio delle best
practice in ambito europeo e la valutazione
dell’applicabilità delle stesse in aziende partecipanti
al progetto) che tratti marcatamente scientifici
(modellazione e validazione). Inoltre, particolare
attenzione è stata dedicata allo studio delle scorte nel
settore metallurgico secondario che, con il proprio
importante flusso di materia prima secondaria,
rappresenta uno dei casi più interessanti di logistica
inversa.
Per approfondimenti:
http://giano.ing.unibs.it/SCS
PROGETTO
EI2 – Efficienza energetica degli Impianti
Industriali
Il presente progetto è
stato avviato nel 2006 dal Prof. Lucio Zavanella e ha
come obiettivo la definizione di un protocollo per
l’implementazione di Audit Energetici presso aziende,
società di servizi ed enti pubblici. Questo strumento
dovrà essere molto flessibile per adattarsi sia a grandi
realtà industriali che alle piccole e medie imprese che
caratterizzano il tessuto produttivo italiano.
Un Audit Energetico si
basa su:
-
analisi approfondita
della situazione esistente attraverso una raccolta
dati tramite check list e sopralluoghi;
-
i dati raccolti
vengono poi elaborati e, per ciascuna potenziale
area di intervento, vengono definiti degli indici di
performance che permettono di confrontare la
situazione esistente con le migliori alternative
presenti sul mercato e con altre realtà di
riferimento
-
valutazione
tecnico-finanziaria degli interventi migliorativi
individuati con dettaglio dei risparmi conseguibili
e dei tempi di ritorno degli investimenti.
Per implementare Audit
Energetici che apportino una concreta e rilevante
razionalizzazione dei consumi energetici delle imprese è
necessario un continuo aggiornamento sulle best
available technologies (BAT) disponibili sul mercato
per le diverse aree di intervento: motori e azionamenti
elettrici, pompaggio, ventilazione e aspirazione, aria
compressa, rifasamento dei carichi elettrici,
telecontrollo (gestione efficiente dei carichi
elettrici), cogenerazione e microgenerazione, recupero
di calore nei processi industriali, illuminazione
interna, illuminazione esterna, apparecchiature
elettroniche, gruppi di continuità (UPS) e gruppi
elettrogeni, riscaldamento e condizionamento ambientale
e applicazione di fonti rinnovabili.
Per approfondimenti:
http://giano.ing.unibs.it/audit
Centro
di Ricerca sul Service Management – ASAP Service
Management Forum
Il Centro di Ricerca sul
Service Management, diretto dal Prof. Marco Perona e
presieduto dal Prof. Rodolfo Faglia, si occupa della
gestione strategica dei servizi, associati riconducibile
alla progettazione, produzione, vendita ed utilizzo di
beni durevoli sia per il consumo, sia di tipo
industriale e professionale, con riferimento soprattutto
(ma non esclusivamente) alle attività svolte dopo la
vendita. Sono attività caratteristiche del Centro: la
realizzazione di progetti di ricerca sia di base, sia
applicati; l’organizzazione ed erogazione di attività
seminariali e convegnistiche; l’organizzazione ed
erogazione di attività di formazione sia frontali sia
sul campo; la stesura e diffusione di rapporti di
ricerca e pubblicazioni tecnico-scientifiche; la
promozione di scambi scientifici, tecnici e culturali
con istituzioni, enti.
Il Centro collabora
strettamente con il CSMT - Centro Servizi
Multisettoriale e Tecnologico di Brescia, entro il quale
vengono svolte attività di trasferimento, e partecipa
all’iniziativa ASAP Service Management Forum (realizzata
in collaborazione con gruppi di ricerca dell’Università
di Bergamo, Università di Firenze, Università Bocconi e
Politecnico di Milano) che coinvolge una community di
oltre 50 aziende dei settori: apparecchio domestico e
professionale, elettronica di consumo, sistemi digitali,
automotive, beni strumentali.
Le attività di ricerca in
corso riguardano:
-
Scelte di
configurazione della supply chain nel servizio
post-vendita per i beni di consumo durevole
-
Misura delle
prestazioni nel servizio post-vendita dei beni di
consumo durevole
-
Gestione
dell’assistenza tecnica: governante, selezione,
sviluppo e formazione della rete di assistenza
tecnica in outsourcing
-
Logistica del
ricambio. Previsione della domanda e inventory
management
-
Costi di prodotto e di
servizio. L'approccio del total cost of ownership
per il cliente
-
Analisi dei processi
organizzativi e delle prestazioni delle imprese
artigiane dei servizi di assistenza tecnica
-
Strategie di servizio
e ruolo del customer care: canali, configurazione,
organizzazione, misura delle prestazioni
Alcune iniziative recenti
del Centro (per approfondimenti:
www.progettoasap.org):
Attività
di Ricerca sull’innovazione a base informativa dei
processi logistico-produttivi
Vengono svolte attività di
ricerca di base e applicata sui temi legati all’analisi
funzionale, sviluppo e utilizzo dei sistemi informativi
a supporto dei processi logistico-produttivi.
Le attività di ricerca in
corso riguardano:
-
Modelli di valutazione
dei costi e dei benefici legati agli investimenti
ICT
-
Chech-up del Sistema
Informativo Gestionale
-
Software & Vendor
selection
-
Analisi dei processi
logistico-produttivi della filiera della lavorazione
del metallo
-
Modelli di stima delle
ricadute di efficacia ed efficienza ottenibili
attraverso l’innovazione a base informativa dei
processi chiave nel settore della trasformazione dei
metalli
L’attività, coordinata dal
prof. Marco Perona, viene svolta in collaborazione con
le community INF-OS (per approfondimenti:
www.inf-os.it ) e IT-METAL sviluppate dal CSMT
Centro Servizi Multisettoriale e Tecnologico di Brescia,
e con il gruppo di ricerca dell’Università di Bergamo
coordinato dal Prof. Cavalieri, oltre che con il
patrocinio dell’Associazione Industriale Bresciana.
Di conseguenza, oltre a
progetti di ricerca sia di base, sia applicati; vengono
realizzate attività seminariali e convegnistiche;
attività di formazione e trasferimento di competenze;
stesura di rapporti di ricerca e pubblicazioni
tecnico-scientifiche; la promozione di scambi
scientifici, tecnici e culturali con istituzioni, ed
enti.
La
logistica degli operatori aeroportuali
L’attività di ricerca,
iniziata nel 2005, si sviluppa nell’ambito di un
progetto finalizzato all’analisi delle imprese di
gestione aeroportuale, alla definizione del loro
funzionamento, delle relazioni che intessono con gli
altri operatori della filiera e con il contesto socio-economico
e territoriale in cui si collocano.
Il progetto ha assunto un
approccio multidisciplinare coinvolgendo esperti con
competenze diversificate anche in virtù del fatto che il
successo di un gestore aeroportuale si fonda
necessariamente sul coinvolgimento di operatori
differenziati, ciascuno in grado di apportare il proprio
specifico contributo e di integrarsi e coordinarsi con
gli altri attori coinvolti in una filiera
logistico-produttiva particolare, ma di interesse per la
ricerca.
L’attività si è fino ad
ora focalizzata sull’analisi del trasporto aereo delle
merci ed in particolare sugli aspetti maggiormente
significativi della logistica aeroportuale. L’obiettivo
di tale analisi è stato quello di delineare gli elementi
caratteristici della logistica aeroportuale evidenziando
le principali criticità e difficoltà connesse alla
corretta e soprattutto celere gestione delle attività di
imballaggio, movimentazione e trasporto delle merci al
fine di non compromettere le peculiari prestazioni del
trasporto aereo che rendono tale modalità preferibile
anche a fronte di un potenziale, ma non sempre
necessario, aggravio di costi.
La ricerca ha inoltre come
obiettivo quello di sondare da un lato la possibile
applicazione, in ambito aeroportuale, di soluzioni
innovative come l’impiego della tecnologia RFid,
dall’altro, le relazioni che il tessuto imprenditoriale
bresciano ha con tale modalità di trasporto, cercando di
cogliere le motivazioni che spingono alcune aziende ad
avvalersi in modo sistematico della spedizione per via
aerea delle proprie merci e che, per contro, rendono
scettici e poco propensi al suo utilizzo altri settori
imprenditoriali.
Fra le evidenze finora
emerse vi è la convinzione, molto diffusa, che il
trasporto aereo risulti economicamente poco competitivo
rispetto ad altre modalità di trasporto. Traendo spunto
da tale evidenza, la ricerca si svilupperà nella
definizione di un modello di valutazione dei costi
totali di trasporto, finalizzato a delineare i contesti
di riferimento in cui il trasporto aereo risulti,
contrariamente a quanto ipotizzabile a priori,
competitivo, anche dal punto di vista economico,
rispetto alla principale alternativa costituita,
nell’ambito del trasporto internazionale e quindi sulle
grandi distanze, dal trasporto navale.
La
valutazione ergonomica dei prodotti industriali
L’approccio ergonomico
alla progettazione ed alla valutazione dei prodotti sta
riscuotendo un’attenzione che cresce, seppur lentamente
e non senza difficoltà, presumibilmente anche in virtù
dei vantaggi competitivi che è in grado di apportare. Se
è infatti vero che estetica, utilità, funzionalità,
usabilità, affidabilità, innovazione, piacevolezza e
soddisfazione d’uso giocano un ruolo fondamentale nel
determinare le scelte degli acquirenti di prodotti
industriali, diverse di queste caratteristiche sono
influenzate o del tutto determinate dal grado di
considerazione che il “fattore umano” ha ricevuto nel
processo di progettazione. Alla luce di tali
considerazioni si ritiene che la capacità di realizzare
prodotti ergonomici conferisca alle imprese un elevato
differenziale competitivo rispetto alla concorrenza, sia
nel caso della produzione di beni di consumo, che di
beni con funzione strumentale.
Il gruppo di ricerca, pur
ritenendo assodato che il livello di soddisfazione dei
requisiti ergonomici da parte di un prodotto consiste
essenzialmente in un suo migliore adattamento alle
caratteristiche, alle capacità ed alle aspettative di un
generico utilizzatore, ha ritenuto opportuno operare al
fine di analizzare e sviluppare metodi e criteri che
permettano di incrementare l’ergonomicità dei prodotti
industriali, che siano di supporto alla valutazione ed
alla progettazione dei prodotti stessi e che
garantiscano l’applicazione sistematica dei principi e
delle conoscenze dell’ergonomia in particolare nelle
fasi di accertamento delle esigenze, concezione e
dimensionamento, prototipazione, verifica complessiva e
rilascio del prodotto.
In tale ambito, l’attività
di ricerca si focalizza sulla messa a punto di strumenti
metodologici di progettazione e miglioramento ergonomico
dei prodotti che miri, da un lato, alla chiara
distinzione del ruolo e delle finalità dell’approccio
ergonomico rispetto a quello progettuale generale ed a
quello che ha come obiettivo la generica “friendliness”
del prodotto e, dall’altra, alla valorizzazione della
“centralità” dell’utilizzatore. Quest’ultimo passaggio
risulta complesso, in quanto complesso è l’uomo e
complessi sono i processi cognitivi che regolano
l’interazione fra uomo ed oggetti ed attrezzature, e
fortemente bisognoso sia di competenze diverse sul piano
teorico che di un’adeguata pratica sperimentale e di
laboratorio che metta direttamente a confronto il team
di progettazione dei prodotti e del loro ciclo di vita
con gli effettivi utilizzatori dei prodotti stessi.
A supporto di quest’ultima
attività è stato elaborato uno strumento operativo che
guida il valutatore nello svolgimento di analisi e
valutazioni ergonomiche di un prodotto e che costituisce
uno strumento di orientamento del progettista sugli
aspetti ergonomici rilevanti per realizzare prodotti
funzionali, sicuri ed usabili.
Sviluppo di un modello di supporto ai processi di ERP
selection
Un ERP è un pacchetto di
applicazioni software progettato per automatizzare ed
integrare i processi di business di un’azienda lungo
l’intera supply-chain e per fornire accesso immediato a
tutte le informazioni aziendali. I sistemi di tipo ERP
sono, secondo recenti indagini, l’investimento IT a cui
i manager assegnano massima priorità e verso cui
manifestano la maggiore intenzione di acquisto.
L’implementazione in
azienda di un sistema ERP, oltre ad essere un
investimento oneroso sia in termini di tempi che di
costi, rappresenta anche un’importante sfida strategica
in quanto vincola l’azienda ad un certo grado di
adattamento agli standard di gestione dei processi
proposti dalle soluzioni presenti sul mercato. La
necessità di riorganizzazione dei processi conseguente
all’implementazione può, quindi, rappresentare
un’opportunità di miglioramento per l’azienda ma, se mal
gestita, può fortemente minare i benefici ottenibili
dall’investimento, causando il fallimento
dell’iniziativa.
Una delle fasi più
critiche per il successo di un’implementazione di un
sistema ERP è sicuramente la fase iniziale di software
selection, in quanto, nella maggior parte dei casi, si
svolge in modo poco strutturato e formalizzato e spesso
guidato dalle proposte dei singoli vendor più che da
richieste precise e specifiche formulate dall’azienda
acquirente.
L’obiettivo della ricerca
è di sviluppare un modello che possa supportare e
guidare le aziende nel processo di scelta dell’ERP e del
VAR più idonei alle proprie esigenze.
La procedura si articola
in più fasi caratterizzate da figure da coinvolgere e da
obiettivi intermedi da perseguire.
Vengono inoltre proposti,
a supporto alle diverse fasi, strumenti operativi che
integrano diverse tecniche di supporto alle decisioni,
tra cui Gap Analysis ed AHP (Analytic Hierarchy
Process).
I
sistemi di misura delle performance aziendali nelle PMI
manifatturiere
Un sistema di misura delle
prestazioni è costituito da un insieme bilanciato di
indicatori utilizzati per la valutazione quantitativa
della performance complessiva di un’organizzazione.
Oltre ad un opportuno insieme di metriche, un altro
elemento indispensabile per l’implementazione di un
sistema di misura efficace è la presenza di
un’infrastruttura di supporto che consenta di acquisire,
rielaborare e divulgare dati ed informazioni.
Negli ultimi anni sono
stati proposti sia framework teorici che soluzioni
software allo scopo di guidare le imprese nella
definizione e nell’implementazione di sistemi di misura
che siano rispondenti alle necessità aziendali e che
quindi possano diventare leve per l’acquisizione di
vantaggi competitivi.
Tali strumenti sono stati
però finora progettati per rivolgersi ad aziende per lo
più di grandi dimensioni e hanno trascurato il
potenziale di sviluppo e di diffusione nell’ambito delle
piccole e medie imprese che costituiscono la parte
preponderante del tessuto industriale, soprattutto a
livello europeo.
L’obiettivo della ricerca
è di analizzare le caratteristiche dei framework
presenti in letteratura ed indagare le attuali modalità
di monitoraggio delle performance nella pratica
aziendale al fine di sviluppare nuovi modelli e
soluzioni per la misura delle prestazioni aziendali,
specificamente progettati per soddisfare le esigenze
delle PMI del settore manifatturiero.
La ricerca si articola
nelle seguenti fasi:
-
Indagine sulla
diffusione e sulle caratteristiche dei sistemi di
misura delle performance aziendali nelle PMI
manifatturiere.
-
Caratterizzazione
delle PMI dal punto di vista della pratica
manageriale e della gestione delle informazioni.
-
Individuazione dei
requisiti funzionali di un modello per la misura
delle prestazioni di aziende di piccole e medie
dimensioni.
-
Analisi della
copertura dei requisiti funzionali da parte dei
modelli e dei software esistenti.
-
Sviluppo del nuovo
modello teorico e dello strumento software.
-
Validazione del
modello e dello strumento
Innovazione tecnologica e sicurezza sul lavoro
Questa ricerca, in fase di
avvio, nasce dalla constatazione della stringente
necessità di migliorare il livello della sicurezza nei
luoghi di lavoro e negli impianti di produzione
cogliendo in particolare, nel nuovo contesto di forte
modificazione nella composizione della manodopera e
nell'organizzazione del lavoro, le nuove opportunità
offerte dalla evoluzione tecnologica.
Fare sicurezza vuol dire
operare mediante interventi di tipo tecnico e
tecnologico, di tipo organizzativo e di tipo informativo
e formativo. Con riferimento a tutte e tre le modalità
di intervento si è convinti che l'innovazione
tecnologica realizzatasi ed in atto, sia per quanto
concerne la sfera dell'ICT, sia per quanto attiene alle
tecnologie dell'automazione industriale e del controllo,
possa avere un ruolo determinante nell'aumentare i
livelli di sicurezza, nell'infrangere alcune rigidità
che ostacolano il miglioramento delle condizioni di
lavoro, nel contrastare i nuovi rischi in un qualche
modo connessi al contesto della mondializzazione.
In particolare, questa
ricerca si propone come obiettivi generali, sempre in
collaborazione con i necessari partner scientifici ed
industriali:
-
di effettuare una
rassegna critica, per quanto possibile esaustiva,
delle possibilità offerte da tecnologie dei diversi
generi, rassegna che, al momento, non pare esistere
con adeguato livello di completezza e dettaglio;
-
di analizzare la
concreta applicabilità ed efficacia di soluzioni
tecnologiche innovative ai fini del controllo
preventivo del rischio, mediante sia attività di
laboratorio che sul campo, in collaborazione con
aziende industriali;
-
di studiare e mettere
a punto soluzioni tecnico-organizzative innovative,
efficaci e compatibili con lo svolgimento delle
attività produttive aziendali, sempre in
collaborazione con aziende a ciò interessate;
-
di concepire prodotti
e sistemi tecnologici di immediata spendibilità ai
fini del controllo del rischio lavorativo ed
impiantistico basati sulle possibilità offerte dalle
nuove tecnologie prese in esame.
Dal punto di vista
operativo, le prime fasi dell’attività prevedono di
definire, sperimentare e valutare una linea guida
operativa oltre che un prototipo di sistema di
videoripresa applicato in un caso reale per migliorare
le condizioni di sicurezza all’interno di aziende
produttive caratterizzate da livelli di rischio di
incidente ed infortunio potenzialmente elevati.
I primi risultati attesi
dal caso di studio condotto sono:
-
la definizione di
linee guida per la selezione, l'installazione e
l'organizzazione di sistemi di videoripresa
permanente degli ambienti di lavoro e degli impianti
industriali;
-
l’attivazione di un
monitoraggio contemporaneo in real-time di tutti gli
impianti ed i reparti produttivi ritenuti
significativi dal punto di vista della salute e
della sicurezza dei lavoratori, permettendo
interventi immediati in caso di malfunzionamento e/o
di pericolo;
-
una facilitazione
delle analisi delle cause di incidenti, infortuni o
quasi-infortuni e quindi dell’individuazione e
dell’adozione dei provvedimenti necessari a
minimizzare la probabilità che si ripetano;
-
una verifica ed una
valutazione delle procedure operative attuate e
delle prassi aziendali;
-
l’integrazione delle
conoscenze e delle esperienze acquisite sul campo
dai lavoratori al fine di ottenere, oltre che
migliori condizioni di lavoro dal punto di vista
della salute e della sicurezza, maggiore
coinvolgimento e motivazione;
-
un supporto per gli
interventi formativi rivolti ai diversi livelli
aziendali, anche mediante la visione critica dei
filmati ed il confronto tra le modalità di
conduzione delle attività ed i comportamenti gli
impianti attesi e quelli effettivi.
Aspetti
e fattori organizzativi nella gestione della sicurezza
sul lavoro
La ricerca si svolge
nell’ambito di un progetto che coinvolge Regione
Lombardia, E.L.B.A. - Ente Lombardo Bilaterale
dell’Artigianato, C.S.M.T. Gestione S.c.a.r.l. e che
prevede l’esame ed il miglioramento della sicurezza sul
lavoro nelle aziende del comparto artigiano e nelle
piccole e medie imprese. Tale ricerca rappresenta una
continuazione di studi svolti negli anni passati dal
gruppo di ricerca in collaborazione con l’Azienda
Sanitaria Locale della provincia di Brescia e ne
riprende approccio metodologico e risultati scientifici.
Lo scopo della ricerca è
l’analisi della “propensione alla sicurezza” delle
aziende, caratteristica in cui trovano sintesi la
volontà e la capacità di perseguire e migliorare le
condizioni di sicurezza per i lavoratori, attraverso
l’ideazione di uno strumento di sommaria indagine e di
monitoraggio. Lo schema di riferimento, che dà
robustezza concettuale ed applicativa allo strumento
concepito, è quello del “sistema di gestione per la
sicurezza” e l’aspetto ritenuto prioritario nella
propensione alla sicurezza è l’esistenza di una
struttura organizzativa minima per la sicurezza. Lo
strumento di indagine e monitoraggio ideato e realizzato
è costituito dai seguenti due elementi:
-
un questionario per
condurre interviste al datore di lavoro e ad uno o
più lavoratori di un’azienda, registrando le
informazioni riguardanti gli aspetti più rilevanti
della sicurezza,
-
una griglia
interpretativa per ricondurre le evidenze emerse
dalle interviste agli elementi costitutivi propri di
un sistema di gestione della sicurezza, così da
fotografare il livello di propensione alla sicurezza
e poterlo monitorare nel tempo.
L’utilizzo dello
strumento, che è in fase di validazione grazie ad una
campagna sperimentale, permette inoltre di accertare il
livello di consapevolezza che l’azienda ha delle proprie
prestazioni in materia di sicurezza (principalmente in
termini di informazione, formazione e partecipazione),
mediante la valutazione di criticità ed aspetti ritenuti
particolarmente significativi. Consente infine di
valutare, in base ad elementi oggettivi e strutturali,
l’eventuale necessità di approfondire l’esame della
sicurezza dell’azienda e di operare di conseguenza.
Si evidenzia che lo
strumento predisposto è stato appositamente calibrato
sulle peculiarità del comparto artigiano che risulta
particolarmente disomogeneo e caratterizzato dalla
frequente e significativa presenza di:
-
piccole e piccolissime
aziende, spesso a conduzione familiare, fortemente
diversificate per attività svolte,
-
lavoratori con
contratto di lavoro “atipico” e/o stranieri, anche
con basso livello di scolarizzazione,
-
contratti di appalto e
subappalto, con la conseguente coesistenza nello
stesso ambiente di lavoro di più imprese durante lo
svolgimento delle attività lavorative.
I
sistemi di gestione ambientale nelle PMI bresciane:
linee guida di implementazione e registrazione
ambientale EMAS di distretto
La ricerca si svolge
nell’ambito di progetti che coinvolgono realtà
significative del territorio della provincia di Brescia
ed è stata avviata alcuni anni fa, primariamente in
collaborazione con l’Associazione Industriale Bresciana
sulla base di un finanziamento della Camera di commercio
di Brescia, con lo scopo di analizzare e portare a
soluzione le problematiche di gestione ambientale di
piccole e medie imprese del territorio bresciano.
In un recente documento
dell’Unione Europea si afferma che: “I processi di
produzione industriale rappresentano ancora una parte
considerevole dell’inquinamento complessivo in Europa.
Inoltre, è molto più facile cambiare i modelli di
produzione di circa venti mila aziende che cambiare il
tipo di consumo di centinaia di milioni di cittadini
nell’Unione Europea.”
Una delle più promettenti
soluzioni prospettate per il controllo degli aspetti
ambientali tipici delle aziende industriali si basa
sulla implementazione di una struttura organizzativa, il
sistema di gestione ambientale, che ha la funzione di
gestire, mediante le opportune risorse organizzate, gli
aspetti ambientali rilevanti per l’impresa togliendoli
dalla dimensione “contingente” e “di emergenza” che
spesso assumono ma facendoli diventare parte integrante
della gestione d’impresa complessiva.
Una scelta di questo
genere da parte dell’azienda può essere facilitata:
-
mediante lo studio di
metodi, procedure e strategie particolarmente
adattate al contesto della PMI e che rendano più
semplice la strutturazione del sistema di gestione
ambientale grazie ad una analisi sperimentale dei
processi di implementazione in un campione
significativo di PMI industriali ed alla
individuazione e risoluzione in termini generali dei
problemi più critici;
-
mediante la
realizzazione di registrazioni ambientali EMAS di
distretto industriale: si tratta di iniziative
sostenute e condotte principalmente da istituzioni
ed enti pubblici, che aiutano le imprese medie e
piccole di un distretto industriale definito a
raggiungere l’obiettivo della registrazione EMAS
potendo godere di alcune agevolazioni derivanti
dalla condivisione tra tutte le imprese del
distretto aderenti all’iniziativa di alcuni oneri
legati all’implementazione del sistema di gestione
ambientale.
La ricerca ha sviluppato e
sta sviluppando un insieme ampio di studi a supporto di
queste attività che hanno portato anche alla redazione
di linee guida per l’implementazione facilitata, da
parte delle PMI, di sistemi di gestione ambientale.
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